Il 66esimo festival della canzone italiana si è concluso lo scorso sabato. Un’edizione dai grandi numeri che ha avuto un tam-tam mediatico di grande rilevanza (gli hasthtag #teamdivano e #sanremo2016 sono diventati subito popolari e di tendenza).
I protagonisti assoluti, chi per un motivo chi per un altro, sono stati i presentatori/valletti. Carlo Conti, a suo agio negli abiti del presentatore (abiti impeccabili in un connubio di nero e blu), Gabriel Garko che si è mostrato a nudo con le sue gaffe e difficoltà con il gobbo da “valletto in erba”, Madalina Ghenea splendida in ogni cambio d’abito (ogni creazione metteva in risalto la sua silhoutte sinuosa) e la meravigliosa Virginia Raffaele con le imitazioni che l’hanno consacrata al grande pubblico.
I punti IN :
- la conduzione non mi è dispiaciuta, Conti ha saputo tenere a bada il pubblico dell’Ariston (che non ho visto molto partecipe almeno durante la prima serata; forse colpa del rodaggio) accompagnato da un Garko che mi ha lasciato con un dubbio: ci è o ci fa? Nel senso: le gaffe erano costruite o quel suo “ho sceso le scale” era reale?
- le vallette che non mi sembra abbiano fatto molto scalpore; chi non ricorda l’episodio della farfallina che ancora, a distanza di anni, fa scrivere articoli? Il punto assolutamente a favore di questo festival è racchiuso in Virginia Raffaele: camaleontica, perfetta nelle sue imitazioni, fisico statuario e movenze degne di modelle e ballerine
- Il fatto che i cantanti, gli ospiti e alcuni del pubblico abbiano sostenuto l’iniziativa “Sanremo Arcobaleno” a sostegno delle unioni civili lasciata a pochi giorni dal voto per il decreto Cirinnà da Luca Finotti e portata alla visione di tutti da Andrea Pinna (che io personalmente adoroh), vincitore dello scorso Pechino Express nonché famosa penna di Le perle di Pinna. Molti hanno sfoggiato nastri arcobaleno: attaccati al microfono, come braccialetto (I Pooh), come il papillon indossato dal maestro Vessicchio, tatuato sulla pelle (Annalisa) fino ad arrivare a Dolcenera e Eros Ramazzotti che hanno sventolato i colori dell’iride durante le loro canzoni (è stata la fidanzata di Eros a lanciare i nastri dalla platea). Ospiti di portata internazionale come Laura Pausini ed Elton John hanno espresso la propria opinione sul termine che tanto fa discutere oggi: “famiglia”. Personalmente ho apprezzato la reazione del pubblico intento a lanciare tweet a favore. La libertà per ognuno di essere se stesso.
- Il pianista EZIO BOSSO al quale voglio dedicare un punto a sé. Un artista che, benché affetto da una grave malattia, riesce a portare le note del pianoforte all’interno dell’animo riuscendo a perforare la barriera delle emozioni. Ho ascoltato più e più volte il brano “Following a bird” e ammetto che ogni volta è stata una meraviglia, la commozione che cresce all’aumentare dell’intensità e della velocità della melodia.
- I The Jackal, anche se non appartenenti ad una categoria direttamente ascrivibile al festival, hanno condotto un festival tutto loro e se avete sentito frasi tipo “Staj senza pnzier”, “Ciao Alfredo” e “Hai mai cercato Google su Google” non preoccupatevi perché è tutto nella norma. Ammetto che per ogni serata ho aspettato la sfida meravigliandomi della bravura dei due youtuber e degli artisti che hanno risposto in maniera coinvolta e positiva.
I punti OUT
- alcune frasi che sembravano prese dal manuale del perfetto conduttore/ospite televisivo. Avete presente le frasi da candidata ad un concorso miss di bellezza? “Vorrei ci fosse la pace nel mondo, Sanremo è la mia infanzia”….
- abiti (di cui parlerò nel prossimo articolo) che mi hanno lasciata sgomenta e senza parole
- una classifica che non ha risposto al mio gusto personale ma questo è un punto out particolarmente soggettivo
Sanremo riempie in questi giorni giornali di gossip, di moda e di costume e fa, come ogni anno, parlare di sé.
Io vi aspetto con il prossimo articolo: un piccolo excursus sugli abiti indossati dalle vallette.
Vi aspetto, sempre qui
😉
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